LA MIA CITTA' SUGGESTIONE D' UNA VOCE - ANTONIO CATTALLINI - foto Raggio di sole nel grigiore d'una giornata di lavoro

Raggio di sole nel grigiore d'una giornata di lavoro - foto Una telefonata interurbana, una mattina di festa. Ma non festa per i giornalisti, che, spesso, anche se non tanto volentieri, lavorano nei giorni di festa di più che in quelli feriali. Era la mattina dell'Epifania e stavano per piovere su tutta Italia i milioni della Lotteria di Capodanno. Solo che, in quel momento, non si sapeva ancora «dove» esattamente questi milioni sarebbero caduti e quindi bisognava prepararsi ad organizzare le ricerche, nel caso che la dea bendata avesse deciso di prediligere la nostra provincia. E poi c'era da predisporre la routine normale, resa più laboriosa dalla circostanza che nei giorni di festa c'è sempre meno gente che lavora. Ma ecco la telefonata. La voce di una donna che trent'anni fa era una ragazzina. Da trent'anni non la sentivo e non l'ho più rivista. Ora riemerge — la voce — notte dei tempi. Naturalmente non riconoscibile, sia per la sopravvenuta maturazione dell'età, sia per aver cambiato un po' la cadenza, dopo il forzato trapianto da una città ad un'altra. Sì, perché si tratta di una voce della mia città. Si fa riconoscere. Trent'anni sono una vita, possono aprire e chiudere un'esistenza. Per fortuna non è il nostro caso; la nostra parabola non è così piccola, e, naturalmente, speriamo che si allunghi il più 'possibile. Ma, ciò nonostante, trent'anni ... sono trent'anni. Ebbene: in un attimo i trent'anni sono rimasti annullati dal solo, dal semplice richiamo alla mia città. A quelle della mia redazione, all'inizio di un laborioso giorno di festa, si sono sovrapposte subito altre immagini. La riva di Barcagno, con gli stabilimenti balneari che adesso non ci sono più (ma il mare, sì, con le belle «male» che vi si tuffano); la «Calle Larga» che adesso è diventata veramente larga, ma che non è certo più quella di prima; la «Riva Nuova» con le tante case che oggi non ci sono più. Le immagini, dalle cose si spostano alle persone. Quelle che oggi hanno trent'anni di più e che si rivedono nel film della memoria con gli atteggiamenti e le parole dell'età più bella, con i gesti, le reazioni, i sentimenti di allora. Quelle il cui ricordo è affidato solo alla memoria, perché non le rivedremo mai più. Ma a questi accenti di tristezza si sovrappongono le immagini dolci, che sovrastano le dolorose. Forse perché il momento psicologico è di dolcezza, di serenità. Forse anche perché c'è un'altra considerazione da fare. Ed è tutta a vantaggio e ad onore della mia città. Che è capace, con la sua presenza immanente nella coscienza e nello spirito dei suoi figli, di inondare di un raggio di sole il grigiore di una giornata preoccupata di lavoro; di ridare coraggio e, perché no, anche entusiasmo, con tutta la «carica» che contiene e rappresenta, ad una condizione morale, se non di abbattimento, almeno, così, diciamo di pessimistica indifferenza; insomma di sapere e, quello che più conta, di avere il potere di tirare su di corda. E tutto grazie ad una telefonata interurbana, mentre stanno per piovere i milioni della Lotteria di Capodanno. ANTONIO CATTALLINI

Dal numero 1813

del 03/01/1973

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