Morto a Padova R. Battaglia
In questi giorni è scomparso a Padova il prof. Raffaello Battaglia, triestino, titolare della cattedra di antropologia nella Facoltà di scienze fisiche, matematiche e naturali. L'illustre studioso era una delle figure più rappresentative della cultura italiana in quel suo campo di studi e di ricerche, tanto da essere chiamato a far parte dei maggiori consessi internazionali d'antropologia, paleontologia e archeologia etnologica. Laureatosi giovanissimo e successivamente ottenuta la libera docenza, il prof. Battaglia esegui parecchie ricerche e campagne di ,23V0 nella nostra regione, specialmente nel Carso, nella caverna Potala e in altre località abitate in epoche antichissime. Collaboro a molte riviste scientifiche, con contributi importanti, sulla Casa istriana primitiva (19261, Il paleolitico nella Venezia Giuha, La civiltà trogloditica nella Corsia Giulia, callo dei morti, I più antichi resti umani stella Venezia Giulia, e fu memorabile il suo intervento nel «caso Savini.. Membro della Società Istriana di archeologia e storia patria,, dell'Istituto veneto, dell'Accademia patavina e di nume iole istituzioni straniere, prof. Battaglia lascia una vasta eco di compianto tra gli studiosi, gli studenti e i giuliani tutti.
Gorizia viva
Un agile volumetto, pubblicato come supplemento degli ,Studi goriziani della Biblioteca governativa di Gorizia, contiene un'originale «lotocronaca» della vita goriziana del '600. Non ce. da stupirsi del termine, poiché gli ingenui e vivi schizzi di don Giovanni Marussig ne costituiscono il corrispettivo più propria, dati i tempi. Sono istantanee dí ligure, contrade, episodi della sua cittadina, o meglio del suo borgo sull'Isonzo, con le sue case e i pochi pretenziosi palazzi, le non ricche chiese, le usanze municipali. Le vicende serene di vita si interrompono poi per la peste terribile, che porta in primo piano il lazzaretto, i fanti di sanità, i becchini e i cerusici e i confortatori. Infine passa anche questa tempesta e i cittadini salgono a ringraziare la Madonna di Monte Santo.
Curato da Guido Manzini, che delinea brevemente il carattere della cronaca e di questi bozzetti del Marussig, il volumetto presenta M venticinque tavole una Gorizia viva, che è cosa gradita riscoprire.
Biblioteche jugoslave
Lo stesso Guido Maritini, direttore della Governativa di Gorizia, è autore d'un volumetto steso dopo un soggiorno di cinque settimane in Iugoslavia. Ospitato gentilmente dai suoi colleghi bibliotecari, il Maritini ha condensato poi il succo delle sue osservazioni sui libri e le biblioteche nella vicina Repubblica in pagine svelte ed utili. In complesso il panorama di questo settore sembra favorevole, grazie al numeroso personale delle biblioteche e al suo entusiasmo nel lavoro, più che per l'ami,: ...ora e per la consistenza delle edizioni. I libri sone a buon prezzo, le biblioteche popolari ben funzionanti, si. cura l'informazione biblioíra fica. Non compita dell'au
Core indagare i perché della diffusione di certi libri, che noi definiremmo dichiaratamente propagandistici, nè il grave perché dell'assenza di molti libri (anche importantissimi) italiani, nè ancora lo stato attuale delle Biblioteche giuliane e dalmate, comparandolo a quello dell'anteguerra. Perciò il volumetto qualcosa dice, ma parecchio tace, poiché lascia i puntini di sospensione la dove la cronaca dovrebbe lasciare il passo ad un giudizio critico complessivo.
Pubblicazioni
E uscito ad Udine, coi tipi di Domenica Del Bianco, il volume miscellaneo contenente gli atti del Congresso regionale di Storia del Risorgimento tenutosi a Trieste negli ultimi giorni dell'aprile 1956. Vi sono raccolte, intorno al tema Italia del Riso, gimento ed Europa danubiano-balcanica, le relazioni di Angelo Tamborra e di Giuseppe Stefani, con le comuniicazioni di Elio Apih, Giuliano Gaeta, Attilio Depoli, Ettore Chersi, Angelo Filipuzzi. Carlo Schiffrer, Giovanni Quarantotti, Cesare Pagnini, Stefano Markus e Roberto Cessi. Interessanti soprattutto, per la nostra storia regionale, i contributi alla conoscenza e alla discussione del problema della .porta di Trieste e dell'Adriatico, in particolare quelli di Giuseppe Stefani su L'Adriatico stelle guerre del Risorgimento e di Giuliano Gaeta sul modo in cui Trieste può considerarsi la porta orientale d'Italia. ,
Anche la ristampa dell'opera di Nino Voleri su La lotta politica in Italia dall'Unità al 1925 (Editore Felice Le Monnier, Firenze) giunge utile e opportuna. Si attendeva da più di dieci anni la riedizione di quest'opera che raccoglie — ordinate criticamente e sobriamente commentate — testimonianze di attori e commenti di autori sulle vicende e i problemi della storia italiana. Ottimi ci sembrano gli articoli su Giolitti, D'Annunzio e la questione di Fiume, perché trattati con mano di maestro e di competente; al problema adriatico nel suo complesso non è invece dedicata l'attenzione che esso merita, vuoi per sottovalutazione o per mancanza di sensibilità dell'egregio Autore.
Sec.