L DIARIO DI TARLAO UN PRECURSORE DELLO SVILUPPO TURISTICO F. P.

Alessandro Tarlao scomparso da pochi mesi fu uno dei nostri. Vogliamo seguire le sue tappe parontine da una sua lettera in cui ci dava notizie biografiche. Insieme a Biagio Marin e a Olivotto fa a Grado l'animatore della società canottieri «Ausonia», che oltre allo sport curava l'educazione nazionale. In una notte del 1911, in cui la flotta austriaca ancorata nelle acque di Grado festeggiava la fondazione della sezione del «egli sradicò un'insegna con una grande aquila imperiale. Processato fu assolto per mancanza di prole. «Fu in quella occasione — scrive — che pressato dall'amico Umberto Cuzzi venni a Parenzo a gestire il caffè del Casino Sociale. in piazza del Consiglio, che era il centro di attività dell'irredentismo istriano est il gestore doveva perciò essere di provata fede patriottica. «Come vecchio ginnasta associai subito alla "Forza e Valore" e alla società dei canottieri. Avvicinandosi il periodo dell'intervento italiano in collegamento col comm. Zilli di Venezia ohi adoperai a procurare passaporti ai giovani che Passavano il confine per arruolarsi. L' 8 maggio del 1915 fui arrestato nel settore di Cormons mentre tentavo io pure di espatriare. Portato a Trieste forse per l'incuria o la benevolenza del gendarme che mi accompagnava potei tagliare la corda. Fui però nuovamente arrestato a Parenzo e dopo una peregrinazione per le carceri di Via Tigor, il castello di Lubiana e quello di Vienna fui trasferito nel campo di Oberhollabrun (Austria inferiore) dove mi trovai con molti patrioti triestini, istriani, goriziani, che avevano dovuto subire l'internamento, (Deve essere stato poi attergrabern.) Dei Parentini trovai Zelco, Ghersina, la famiglia Privileggi, Ugo, i Rocco, Mangaziol, Monfalcon, Dari. Vi era anche il padre di Nazario Sauro e dopo il famoso processo venne la madre. Finita la guerra potei ritornare a Pareri. dove mi sposai con Maria Dobrillovich presi parte a tutte te manifestazioni di esultanza per l'avvenuta redenzione. Fui nominato presidente del comitato per i festeggiamene dell'annessione. Ma ben presto Parenzo ebbe a subire un'umiliazione per il trasferimento del capoluogo della provincia a Pola. La città perdeva di importanza e dovetti tornarmene a Grado, nel mio paese natio. Dopo alcuni anni di lavoro intenso a Grado nel campo turistico e alberghiero «...per insistenza dell'allora podestà Bruno Godeas ritornai a Parenzo dove costruii il "Bagno Savoia". Aperto nel 940 ebbe la possibilità di tre sole stagioni estive però –nonostan te le difficoltà della guerra ebbe una clientela numerosa. Ho sempre pensato che Parenzo poteva diventare una piccola Abbazia. Venne love- ce la rovina con la calata degli slavi. Fui arrestato insieme a tanti numerosi patrioti. Dopo alcuni giorni di prigionia al castello di Pisino fui liberato grazie ad un frequentatore del mio bagno che credevo italianismo e che ritrovai invece capo dei Etici. Fui l'unico sopravvissuto, tutti gli altri vennero infoibati. Troppo lungo e doloroso sarebbe rievocare terribili giorni, ma dopo quella tragedia decisi già nell'ottobre del '43 di ritornare con la famiglia a Grado. Fu di nuovo arrestato dai Partigiani di Terzo e di Aquileia e poi liberato. Nel 1949 si trasferì in Corsia a Rigolato dove aiutato dalla moglie e dal figlio Sandrin de un impulso turistico al paese C un'attrezzatura moderna e confortevole all'albergo «San Giacomo.. quell'albergo era felice di accogliere gli esuli Par...i" Nel 1955 ebbe dalla Camera di Commercio di Udine il diploma di benemerenza con la medaglia d'oro. Sentiva peni la nostalgia del -mare e se ne ritornò a Grado dove diede vita a un nuovo albergo. Attaccatissimo a l'aereo l'amò sempre con il sentimento di figlio. L'ultimo suo desiderio fu che il Comune di Grado dedicasse una via a Parenzo. Ne arala avuto la promessa e stava attendendo quando la morte lo colse. Diceva: “Quel giorno verrete tutti”

Dal numero 1547

del 15/11/1966

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