Claudia Egregio signor De Simone, vorrà prendere in considerazione il mio stato d'animo e scusarmi per non averla ringraziato prima d'ora per il commovente ricordo che ha avuto per la mia adorata Claudia. Sono smarrita e senza coraggio. Non posso rassegnarmi all'immenso vuoto che m'ha lasciato. Il più grande dolore al mondo è perdere la propria creatura. Le sono tanto grata e la ringrazio ancora. Alice Medici ved. Del Pino Brescia Per il futuro Caro De Simone, la mia voce giunge isolata, dopo tante e tante affettuose testimonianze di...

L. L. Venezia. Mancava questo appunto: Nella tomba, or pochi anni fatta consolidare e restaurare da una sua pronipote, accanto ai fratelli Antonio (j 1836) e Giovanni (t 1861), uno in musica e architettura valente e modesto, laureato in matematica, l'altro in medicina, si trova nell'eterno sonno Michele, che «studiò leggi, amò lettere e fu poeta, versi dettava soavi dì carità e fede inspirati».

«SOCIOLOGIA DELLA LETTERATURA», a c. di A. Abruzzese, pp. 352, lire 6.000, Savelli editore. In «Sociologia della letteratura» viene presentata un'antologia di testi critici sulla comunicazione artistica, e in particolare quella letteraria, intesa a privilegiare quegli autori che «meglio hanno saputo collocare la produzione letteraria nel quadro delle comunicazioni di massa e dell'industria culturale» offrendo un terreno di discussione politica sul rapporto produttivo della didattica con le istituzioni e gli apparati dell'informazione. Tra i...

Didascalie: Giordano Bonelli Antonio Bacin Una rara foto del Campobasso (Serie C) agli inizi degli anni Trenta. In questa squadra militavano ben quattro polesani: Orlando Sain, Terdoslavich, Giulio Fonovich e Memo Chincich rispettivamente il primo, il secondo, il terzo e l'ottavo da sinistra Bonelli Scovato fra i baldi ragazzoni del Battaglione San Marco, Giordano Bonelli (Genova, 27. 11. 1912) fu subito tesserato per il Grion (stagione 1933-34) e fra i nerostellati disputò quasi per intero il secondo campionato di Serie B. Proveniva dalla...

Ho letto con vivo piacere il commento di Andrea Ostoja dei miei scritti comparsi su L'Arena di Pola. Però, posso io «inquieto e malcontento» come sono di fatto, e Andrea lo scrive, non trovare un «motivo», siappure piccolo, a cuì rispondere? Un motivo negativo, intendo dire. Ecco perché mi attacco (ma benevolmente, sia chiaro, Andrea) a quel [mio] «esagerato giudizio sulla vita zaratina»e «alla apparente facilità di vita che mascherava una crisi diffusa e una dignitosa povertà». Sulla crisi diffusa non sono d'accordo, a meno si intenda...

Leocadia Kreissl, Trieste, lire 3.000; N. N., Udine, lire 2.000; Giuseppina Gorini Tavi, Mantova, lire 3.000; Nella Springer, Trieste, lire 1.000; ing. Quirino Rigonat, Gorizia, lire 7.500; Caterina De Bernardis, Como, lire 5.000; Andrea Zuliani, Gorizia, lire 3.000; Gemma Bartoli, Taranto, lire 3.000; dott. Ernesto Mazzaro, San Giorgio di Nogaro, lire 5.000; Liliana Orliani Fiorencis, Trieste, lire 1.000. Ringraziamo di cuore tutti gli oblatori.

I giuliani, i dalmati, i fiumani ricordano sempre con struggente nostalgia e infinita gratitudine l'Italia del loro cuore, quell'Italia che con l'ultima guerra risorgimentale e il sacrificio di seicentomila Caduti compì la propria unità e liberò le loro terre dalla dominazione straniera. Dopo questa Italia venne il fascismo che noi delle terre liberate accogliemmo fiduciosi perché esaltò il nostro innato patriottismo, ci portò quegli elementi fondamentali che il regime absburgico ci aveva sempre lesinato: l'acqua, l'energia elettrica, le...

«C'ERA UNA VOLTA UNA GATTA», di G. Borgna e S. Dessi, pp. 160, lire 1.800, Savelli editore. Bindi, De Andrà, Endrigo, Lauzi, Paoli, Tenco sono stati i maggiori protagonisti di quel rinnovamento espressivo nella can-:ione italiana degli anni Sessanta che, attraverso nuove parole e nuovi suoni, altre immagini, concetti e concezioni, riuscì a sollevare il mercato della musica nazionale da una lunga condizione di sottosviluppo «coloniale»: nei sette anni, infatti, che vanno da «C'era una volta una gatta» al suicidio di Tenco, andò maturandosi,...

La chiesa di S. Antonio fu edificata, a suo tempo, sul fondo dove sorgeva prima l'ex Ospedale provinciale e poi una caserma militare austriaca, fra le vie Epulo, Giovia, Stancovich e piazza Gavardo. Prima che fosse costruita la chiesa, in piazza Gavardo, c'era una cappella, che venne incorporata nel nuovo edificio. L'ala verso il vicolo Stretto e via Nesazio venne adibita a dormitorio, cucina e servizi vari. Gli orfanelli costituivano una nota di colore per la città: giacca e calzoncini in tela grigio-nera, cappotto di origine molto...

Licia e famiglia nell'anniversario della scomparsa nelle foibe istriane di NORMA E GIUSEPPE COSSETTO ricordano unitamente a parenti ed amici il loro martirio per la difesa dell'italianità della loro terra. SILVIA GERMANIS E' deceduta a Pola, 1'8 settembre, nella sua città che non aveva voluto abbandonare durante l'esodo, perché attaccata ai ricordi della casa dei suoi genitori, Silvia Germanis, di annì 84. Tragicó destino. Morta per un incidente d'auto causato da un pirata della strada. Al fratello Oscar Germanie residente a Milano con la...